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Goodmorning Covid-19 di Carla Di Donato

 

Meraviglioso e tremendo allo stesso tempo.

Il lungo applauso che squarcia il silenzio assordante che ormai tutti abbiamo nel cervello.

Lo possiamo riprodurre cento mille volte, se suonasse, lo riconosceremmo all’istante.: “eccolo si fa proprio così!”.

 

Gli uccelli che ora volano tra gli alberi la osservano la distanza di un metro?

No, loro che ne sanno del coronavirus!

Stamattina ho aperto le finestre e cinguettavano allegri perché è primavera (o quasi):  questo loro lo sanno. E lo cantano.

Noi lo guardiamo dalla finestra dal balcone o dal terrazzo.

 

Guarda! Ci sono gli uccellini, una coppia passa qui sotto proprio ora, una bambina piccola fa il suo personale concertino, altri cantano, ridono, due persone affacciate di fronte guardano fuori tenendo il cellulare in mano con la “torcia”. E la’ in fondo nella piazza c’è un balcone “pieno di gente”.

 

 

1,2,3,4.....a,b,c.... questo fa il bambino: ogni cosa è una scoperta, un dono, una meraviglia, un istante, ogni singolo atomo di tempo e di spazio è un intero.

E così siamo noi ora. Noi, noi in quarantena.

Sei bambino ma con l’adulto incorporato che sa, che ha dimenticato o dimenticava oppure no, ma se non lo dimenticava ogni giorno certo non lo metteva al centro della sua giornata “la vita”, che correva correva correva...aggiungeva aggiungeva....., e poi sei di nuovo bambino, adulto tornato bambino.

Perché noi tutti sappiamo cos’è tornare bambino da adulto e tornare un bambino che è già adulto. Questo ci sta capitando. È un’occasione, è un dono&è una malattia pandemica, è un virus che... “basta che respiri”.

Meraviglioso e tremendo allo stesso tempo.

 

...Gente...Che urla, grida, canta....

io applaudo un po’ incerta poi no, sorrido, mi si accartoccia lo stomaco e piango forte, singhiozzi.

Prima o poi il silenzio ritorna

Ma ci fa paura un po’ meno, lo conosciamo meglio.

Ho lasciato il mio lumino acceso li, “fuori”: dove c’è “lui”....il nemico che non vedi.

Auguri: un altro istante, questo appena finito, è stato conquistato, è stato appena vissuto.

Viva la vita.

 

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Salve sono Carla e da circa dieci giorni vivo in quarantena. E da qualche giorno ho saputo che è pandemia.

 

Oggi il silenzio è assordante, lo era anche ieri, fuori e dentro casa. 

Passa il tram, una macchina, un camion dei rifiuti (ma non in quest’ordine)….e le sirene di ambulanze. 

Io faccio finta che scrivo ma in realtà anche mentre scrivo cerco di non pensare. Di pensare ad altro. Ma non sono brava.

 

Video chat, videochiamata, diretta, Facebook, Messenger, Instagram, WhatsApp, Tik Tok, House Party……

 

Eh no è che…sai…non hanno capito qui…qui da queste parti…che c’è in circolazione una cosa chiamata virus, con la corona, che si contagia molto velocemente, muta e passa di nazione in nazione, di continente in continente e….attacca i polmoni e ammazza la gente…non tutti però, no…”RANDOM”. A CASO.

Allora, appunto, dicevo, c’è in giro ufficialmente dai primi di dicembre ma boh chissà da quando in realtà questa cosa, si questa cosa qui chiamata Corona…virus che…non si sa bene com’è fatta e come può essere debellata, che attaccherà tutto il mondo e tutta la popolazione che vive sulla Terra ma….loro non è che l’hanno proprio capito perché continuano a chiedermi:….ma a che ora lo facciamo l’aperitivo? Ma oggi, domani, quando? E la videochiamata, alle cinque, alle sei, alle sette meno un quarto? E la lezione online, la fai? Fai il video? Me lo mandi? Ma perché non mi mandi il video della tua lezione? Perché non mi arriva? Oggi sì, anzi no proprio un quarto d’ora fa: “Maestro…perché non mi arrivano i video?” Si proprio così.

E allora monta la rabbia, ma una rabbia sorda, forte, immane, come il Grand Canyon che si rovescia e ti viene addosso, uno tsunami al contrario, che vomita sangue….ma come ti permetti, ma come osi…stai zitto/a idiota e prega, no non devi essere religioso o credente, prega la Vita di fare a tutti noi un regalo, di continuare a poter aprire gli occhi, respirare, alzarsi…e dare inizio al miracolo: un giorno in più su questa Terra, Madre.

 

Io in generale non ho capito un tubo. So solo che vivo qui sola. E che sto in faccia alla paura, sto in faccia a volte al terrore o al panico, altre all’apatìa e al nulla, altre ancora ai sogni di come sarà dopo, sto in faccia a me e al muro tutto il tempo…E divento più lenta, morbida, tenera….più Me.

 

Non si può scrivere di una guerra invisibile, perché ti scartavetra l’anima mentre lo fai e tu devi mantenere alto integro e rampante il sistema immunitario perché……

 

Ma quello che stende, schianta veramente è il silenzio…ora urlo, spacco i timpani…non mi esce nemmeno un sospiro. Ok proseguo.

 

Allora, la mia giornata è più o meno così: sveglia, sì perché tutti i giorni io metto la sveglia, mi alzo, faccio colazione e…attivo la mia sessione di risveglio muscolare. Si fa tanto villaggio turistico e, ci tengo a dirlo, io odio il villaggio turistico, l’animazione, il risveglio muscolare, l’acqua gym, il gioco aperitivo, la baby dance, il cabaret…….! Ma due persone del gruppo degli allievi attori scherzano, “dai Carla facciamo un po’ di ginnastica che non si sa che fare chiusi a casa tutto il giorno”, poi con una di loro una mattina in videochiamata mi viene da dire: dai mettiti dove c’è un pò di spazio e facciamo, e inizio così piano, con calma, con lei, e penso, forse è una buona idea anche per gli altri tre o quattro e li coinvolgo. Ecco, scatta il gruppo su Messenger perché io li voglio vedere in faccia loro, li voglio vedere tutti: come lo chiamo? Beh è di mattina quindi Buongiorno, “Good Morning”, ma ce ne sono altri centocinquanta e allora? Bisogna aggiungere qualcosa, aggiungere..che cosa? Perché siamo qui, ora? Un attimo e ci sono, digito: “Good Morning Covid-19”.  

Siamo al settimo giorno di risveglio muscolare. Cos’è? Un motivo per alzarsi dal letto. Per me, per molti altri. Questo. Nient’altro. Ah no certo poi è anche un graduale risveglio del corpo, della mente e dello spirito, in modo lento semplice e morbido, si certo…ma fondamentalmente ci serve per dirci ogni mattina: “Hey, noi siamo qui! E ci vogliamo bene…e allora via a questo giorno, un giorno in più”.

Mio padre ha 85 anni, mia madre…beh non si dice ma è all’incirca, pressappoco, giù di lì. Sono due dinamo, un motore a energia alternata che non si ferma, mai, insieme da cinquantasette anni, e passa. E’ lui che al telefono mentre parlo con mia madre urla: “Carla! Tutto bene?!”, mi chiede se sono in forze…io?, lui a me? Oppure sbotta in una risata che sospende il tempo, tutto, per un attimo. Mia madre tiene il conto, lucida e poi sempre, puntuale, mi domanda, ogni giorno: “novità?”, “domani che programma hai?” E io oscillo, mentre rispondo non so che cosa, tra il pensiero che se non ci fossero non so se ce la farei davvero, che forse quello di mia madre è un gioco sottile a scoprire se ancora ci sto con la testa, oppure se ancora ci sta lei, beh non importa, che questo è un tempo della storia nostra, familiare che ho gli spilli negli occhi a pensare a qualsiasi cosa possa andare male, e che questa è la Storia….quella che ci vedrà, e ci giudicherà, tutti, ma proprio tutti…Dopo. L’Umanità, prima, com’era? e dopo, com’è? 

 

Hai attraversato un divorzio, poi mi dico, una morte apparente, ce la puoi fare anche qui, il cervello aggiunge: SEI UNA GUERRIERA. Si ho le prove che lo dimostrano, le cicatrici dell’anima e del cuore. E sono anche una fifona totale, assurda, una che se la fa sotto. Sono tutt’e due. Insieme.

Due giorni che proprio non esco, per niente.

Ma domani c’è la spesa da fare.

 

Da quando sono tornata in Italia vado a cenare al ristorante qui vicino casa tre volte a settimana, due volte o pizza o insalata, weekend spuntino e cena fuori sociale (oppure in casa niente), domenica pranzo in famiglia. Ho svoltato la settimana. 

Odio i supermercati, mi ricordano la mia vita precedente: quella prima della morte di Carla1, insomma quella lì. Non amavo per niente fare la spesa neanche allora ma ci andavo insieme a lui e…quella era l’esperienza, la vita a due. Da quando sono rientrata a vivere a Roma, non ce l’ho fatta, non ce la faccio alla fine, a stare nella mia cucina a preparare la cena: torno tardi, oltre le 22, stanca, mi dico, ufficialmente questa è la mia scusa. Non voglio stare seduta al tavolo della cucina di fronte a quel posto vuoto. Ormai sto bene, ma non ci voglio stare lì, tutte le sere. E quindi mi fermo a mangiare qui vicino, loro ormai sono amici, un pò mezza famiglia, mi conoscono, sanno a memoria i miei piatti preferiti, il vino, che quattro volte su cinque mi metterò a guardare i video di danza, quelli da insegnante e quelli da dancer, che magari farò anche lì per lì un montaggio con VivaVideo, poi mangio, sì due chiacchiere e soprattutto due risate..poi la stanchezza piomba, vado a casa, doccia e letto. Questa è la mia vita: triste a sentirla così vero? Invece è una bomba…per quello che c’è dentro, che non si descrive a parole, per quella Vita potenziata, concentrata e dilatata che è la Danza. La Linfa Vitale. L’Essenza. Lo Spirito. Ma voi che ne potete sapere?

Ecco, questo era PRIMA.

ORA..vado al supermercato con la mascherina e i guanti e…è il mio viaggio, la mia avventura personale, l’ignoto, il mistero, la paura e il paradiso del domani, sì, della convinzione che ci sarò ancora domani, dopodomani..tra una settimana, dieci, quindici giorni…insomma faccio scorta. E scopro ogni dettaglio del mio supermercato del cuore, con il cassiere che è un comico nato, mi ammazzo dal ridere quando entro e lo sento, rido sotto la mascherina. 

Adoro il supermercato, è così vario e nutrito… A casa cucino, ora, sì, tutti i giorni, e mi piace, il cucinare in sé, l’atto del preparare….e lo sai che vedo lì di fronte a me?…eh no questo lo tengo solo per me!

 

Guardo fuori dalla finestra ma sono chiuse, quasi tutte, qualche luce qua e là e mi chiedo chi c’è in quelle case, famiglie? Coppie? Single? E come stanno? L’anima come va?

Fuori cani a passeggio, esseri umani a chiazze.

 

Qui scrivono che c’è paura che prolunghino la quarantena. Certo che la prolungano, è ovvio. Qualcuno dice. “mi ammazzo”, io dico “ma no, mettiamo la musica a palla e balliamo, balliamo finché ci pare, tutti insieme, ognuno a casa sua, balliamo per sempre”.

 

Ogni favola è un gioco, e io ora gioco alla favola dell’isola che non c’è, o meglio, del virus che non c’è.

L’amore. Ecco con l’amore si vince la guerra. Good Morning Covid-19.

 

Ho capito una cosa. 

Ci incontreremo alla fine e………………………………………………….

CI TERREMO LA MANO.

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